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La sindrome di Salieri

Ho sempre pensato che non si debba temere di esporre i propri pensieri, in modo onesto, pubblico, ma diretto.

Questo il testo di una mail che, da studente, inviai a TUTTI i professori della Sapienza.

Il giorno dopo… il delirio. Ma colpii nel segno, subito lezioni sull’auditorium.

Colleghi mi dissero che me l’avrebbero fatta pagare. Beh, il seguito prova che avevano torto.

“ La Sindrome di Salieri

A poche centinaia di metri dalla Facoltà di Architettura di Roma viene oggi (21/4/2002) inaugurato il nuovo auditorium progettato da un architetto conosciuto in tutto il mondo tranne che nella nostra facoltà (al di fuori di qualche sporadica invettiva).

Qualche giorno fa Curzio Maltese ha definito molto felicemente questo atteggiamento, quello di coloro che storcono il naso per un Nobel a Fo o un Oscar a Benigni, come "sindrome di Salieri".

Non una lezione, non il coraggio di esporsi per delle critiche, semplicemente il nulla.

Non c'è da stupirsi vista la quasi nullità di opere realizzate da coloro che oggi preparano i futuri architetti; ma c'è da chiedersi come sia possibile che nessuno si renda conto che, in uno stagno di acqua immobile da decenni, l'auditorium rappresenti un sasso lanciato, volumi e non parole, che non potranno che essere una grande occasione per tutti, l'inizio di una nuova stagione.

Non ho mai visto tante pagine di giornali e riviste parlare di architettura, grandi architetti, da Nouvel a Rogers, da Fuksas a Purini, che parlano con toni entusiastici dell'opera, il maestro Chung che dopo la prova generale abbraccia il progettista, e i luminari della nostra facoltà che non se lo filano...

Non ce la facevo proprio a tacere.

Visite al cantiere con il contagocce, lezioni manco a parlarne. Ho avuto l'occasione di visitare il cantiere tre volte ed oggi andrò all'inaugurazione, ho allungato tante volte la strada per andare a casa per passare da corso Francia e poter sbirciare qualche cosa, e in facoltà...il silenzio.”

Il testo fu addirittura pubblicato da un professore:

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