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Lo stadio comunale Enrico Rocchi e le mille verità

  • emanuelearonne
  • 16 apr 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 5 feb

Perché ritengo doveroso fare il racconto della vicenda Stadio Rocchi? Semplicemente per mettere una volta, e spero per sempre, fine a chiacchiere speculative anche sull’operato di questa amministrazione che, al netto di sparate da bar, ha sempre operato in modo assolutamente trasparente.

Troppi sono infatti i passaggi di questa storia che inizia nel lontano 1987che non sono stati portati a termine dal punto di vista amministrativo, troppe, a mio avviso, le superficialità che nel tempo si sono calcificate diventando problemi.

Potrei iniziare con la questione delle tribune di cui alla realizzazione non è seguito un normalissimo aggiornamento catastale, cosa agli occhi dei più inutile, certamente politicamente irrilevante rispetto all’inaugurazione dell’ampliamento dello stadio, ma dimenticanza, leggerezza, chiamatela come meglio preferite, che poi ha presentato il conto perché quando si va a fare un passaggio di proprietà (ed a breve lo faremo), due sono le caratteristiche che il bene deve avere, conformità urbanistica e catastale.

La domanda che mi pongo e che vi pongo è come mai nessuno ci abbia pensato prima! E guardate bene che di occasioni per attenzionare la questione ce ne sono state, non ultimo l’invito da parte della Regione al Comune di acquisire lo stadio tramite esproprio del 20 maggio 21, lettera che avrebbe quantomeno dovuto avviare la pratica di controllo dello stato dell’arte e che invece è rimasta, certamente in buona compagnia, lettera morta!

Ma andiamo con ordine.

Nel 2016 la Regione chiede al Comune di regolarizzare la concessione dello stadio producendo il titolo contrattuale entro 30 giorni specificando che, la mancata trasmissione di tale documento avrebbe comportato il ritenere l’occupazione del bene “sine titulo”! Inutile dire che agli atti non c’è traccia di risposta! Diciamo che dal 2016 il comune non era legittimato dal proprietario (fortunatamente distratto) ad utilizzare lo Stadio.

Come già accennato nel 2021 la Regione si fa di nuovo viva col comune con la già citata richiesta di acquisizione a mezzo esproprio, questione che avrebbe, a lume di naso, permesso al Comune di acquisire lo stadio a poco (se non gratuitamente).

Inutile ragionare sull’opportunità o meno di dare seguito alla proposta, sarebbe tempo perso, ma mi chiedo se non fosse almeno il caso di cominciare a dipanare la matassa.

Quanto all’opportunità di proseguire con l’operazione esproprio però una cosa va detta: prima del famoso emendamento del 3 novembre che oggi permette il passaggio di proprietà a titolo gratuito dello stadio al Comune, per il quale non smetteremo mai di ringraziare la Regione Lazio ed i consiglieri che hanno permesso che venisse presentato ed approvato, esponenti politici del consiglio comunale mi sollecitarono a perseguire la strada dell’esproprio, cosa che, col senno di poi, mi fa pensare che se in SOLI tre mesi e mezzo abbiamo prodotto una delibera per permettere il passaggio di proprietà e l’abbiamo portata in consiglio, perché nei successivi 3 mesi e mezzo dopo il 20 maggio 2021 non c’è uno straccio di atto, di istruttoria, di ricognizione e soprattutto di risposta alla regione?

Ve la do io una risposta, perché ci vuole tempo, altro che tre mesi, perché ci vuole una struttura, perché ci vuole una volontà politica ferrea!

Fin qui la questione proprietà, credo tuttavia sia doveroso parlare anche della gestione del bene, doveroso nei confronti di ogni singolo consigliere della maggioranza che ringrazio per la fiducia che mi ha fatto sentire anche nei momenti più difficili di questa storia, doveroso nei confronti degli uffici e del dirigente che si sono visti sbattuti in prima pagina con la sola colpa di aver applicato la legge, doveroso nei confronti di me stesso, concedetemelo, che sono stato oggetto di attacchi di ogni genere per aver difeso strenuamente l’unica linea corretta da perseguire, quella del rispetto delle regole, altro che forzature!

E poiché se le chiacchiere se le porta via il vento, anche se registrate, gli atti rimangono, ripercorriamo anche la storia della gestione dello stadio perché racconta l’ambiente, il contorno, le difficoltà all’interno delle quali ci stiamo muovendo.

Partiamo dal 2015 quando con circolare AG 87/2015/AP l’Autorità Nazionale Anticorruzione chiarisce in modo inequivocabile che “…l’affidamento della gestione degli stessi (impianti sportivi) deve essere preceduto da un confronto concorrenziale…” e poi che la giurisprudenza vigente “…non consente tuttavia un affidamento diretto degli stessi…”.

Sarebbe interessante comprendere come l’8 agosto del 2018 sia stato possibile affidare all’allora U.S. Viterbese 1908 in via diretta l’impianto, tra l’altro, mettendo in premessa che “…il Comune di Viterbo è proprietario ed ha la disponibilità dell’impianto sportivo…”! Ci sarebbe da chiederci cosa stiamo facendo qui oggi….

Il comportamento del Comune è di fatto sempre stato quello del proprietario, senza mai aver interpellato il vero proprietario (La Regione) circa la possibilità di operare sia dal punto di vista della gestione sia dal punto di vista della manutenzione.

Comune che probabilmente non aveva neanche chiara a se stesso la questione della proprietà se è vero che il 30 novembre 2023, un mese dopo il famoso emendamento, un consigliere comunale  dichiara in un’interrogazione alla Sindaca che, cito testualmente, “il bene non è del Comune perché lo stadio è un bene al 50% del comune ed al 50% della Regione”!

Non entro nel merito della passata concessione dello stadio che, per inciso, andrebbe chiamata col suo vero nome cioè sub-concessione, con tutto ciò che ne deriva, ma la domanda che mi faccio è come sia possibile che si sia fatta una richiesta di finanziamento per la ristrutturazione dell’impianto con un progetto PNRR senza aver chiesto il permesso al proprietario quando la delibera regionale di concessione, la stessa per la quale non è stato mai trasmesso il titolo contrattuale, prevedeva che il concessionario (il comune) potesse operare solo manutenzione ordinaria e straordinaria…

Altra questione: Se la Regione era proprietaria, il comune concessionario, la U.S. Viterbese 1908 sub-concessionaria… cosa era il Monterosi?

Inutile dire che, preso in mano il progetto PNRR, abbiamo immediatamente ricondotto gli interventi alla categoria della manutenzione straordinaria, fermo restando che, se permettete, qualche dubbio mi resta sull’opportunità di richiedere tale finanziamento senza magari prima chiedere il consenso del proprietario…

Progetto che tra l’altro prevedeva una compartecipazione del privato e l’unico che rispose alla manifestazione di interesse che fu opportunamente fatta fu l’allora gestore che ebbe come potenziale contropartita il prolungamento della concessione (sempre sub) per l’ammortamento dell’investimento di 1.650.000,00 euro fino al 2036.

Lo ho detto e lo ripeto, bene ha fatto questa amministrazione a prendere la decisione di non dare seguito a quella pre-intesa e non perché ci volesse coraggio a rinunciare ad un investimento di 1.650.000 euro (e ce ne voleva), ma semplicemente perché vista la storia dello stadio, sarebbe stata una follia proseguire, senza tra l’altro il parere del proprietario!

Non la vogliamo chiamare forzatura? Beh, trovatemi un altro caso di un’amministrazione che rinuncia ad un cofinanziamento di quella portata e non proroga l’utilizzo dello stadio alla squadra della città e la chiamerò “normale iter amministrativo”.

Il problema è che la vera forzatura è stata quella di rimettere ordine in una vicenda perlomeno confusa e, a prescindere dagli effetti, di applicare la normativa in modo preciso.

Così come, rispetto al passato, è stata percepita come “una forzatura” l’aver fatto una manifestazione di interesse per il successivo affidamento dello stadio e della sua pertinenza (sulla quale si potrebbe aprire un altro ulteriore capitolo).

Come si fa a dire “voi non rinnovate la concessione dello stadio alla vecchia società”, così dichiara un consigliere in un’interrogazione già citata.

No consigliere non noi bensì LA LEGGE VIETA DI RINNOVARE LA CONCESSIONE!

Ne abbiamo sentite di tutti i colori, e quello che più dispiace è che ci sia stata tanta (troppa) speculazione su fatti che, dal punto amministrativo, non fanno una piega, cosa che non faccio fatica ad affermare in quanto, sulla correttezza delle medesime procedure, si è espresso il Tribunale Amministrativo mettendo direi una pietra tombale su qualsiasi altra fantasiosa interpretazione della vicenda.

Passiamo ad oggi.

In data 28/02/2024 il Comune trasmette alla Regione copia della Delibera di Consiglio Comunale nella quale si manifesta la volontà di acquisire, a titolo gratuito, la proprietà dell’impianto.

In data 12/03/2024 la Regione risponde prendendo atto di quanto trasmesso chiarendo alcuni punti fondamentali:

1 – Il Comune può realizzare i lavori PNRR

2 – Il Comune non può dare in gestione l’impianto fintanto che non si sarà concluso l’iter di concessione in comodato d’uso gratuito nelle more del passaggio di proprietà

3 – il Comune deve provvedere a predisporre l’accatastamento dello stadio.

L’8 maggio inizieranno i lavori allo stadio (sarebbero già iniziati se non ci fosse stato il problema del ritrovamento bellico)

Il Comune ha già dato incarico ad una società di livello nazionale di redigere il bando per l’affidamento dello stadio

Il comune ha predisposto l’accatastamento dello stadio in tempi record (non si tratta di accatastare un appartamento…), documentazione inviata il 16 aprile alla Regione per un controllo informale.

E’ pronta la bozza di contratto di comodato d’uso gratuito e si sta predisponendo la delibera per portarla in approvazione in Consiglio Comunale.

Si stanno studiando tutte le possibili strade consentite dalla legge per riapripre al più presto lo stadio al calcio.

Questa è la realtà, suffragata dagli atti.

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